Tutti gli utenti dei servizi sanitari della Basilicata lo sanno, per una visita medica presso l’ospedale San Carlo occorre aspettare mesi. Ma anche negli altri ospedali la situazione non è migliore anzi sembrerebbe che sia peggiore.
L’organizzazione del servizio sanitario regionale è inesistente.
Già la prenotazione allo sportello della ‘Azienda Ospedaliera San Carlo è un’odissea.
File interminabili.
Nei reparti medici e infermieri sono stressati e sovraccaricati di lavoro.
Non mancano medici e infermier bravi, certo, spesso scappano verso strutture meglio organizzate.
Entrare in una sala d’attesa è come una bolgia dantesca, dove la confusione, e non solo, la fa da padrona.
Le persone sono lasciate in attesa per ore e senza poter chiedere un’informazione.
È peggiorata anche la qualità del vitto somministrata ai degenti.
Il cibo preparato a Tito e portato in ospedale a Potenza non è il massimo della qualità. A dire di molti degenti è pessimo e molti lo rifiutano facendoselo portare da casa dai parenti.
Gli annunci dell’alta dirigenza, però, descrivono un ospedale tutto rose e fiori, “l’eccellenza mondiale” della sanità.
Senza vergogna politici e alti dirigenti si riempiono la bocca di successi di cui non hanno merito. Quando si raggiunge qualche buon risultato è quasi sempre per l’iniziativa di un gruppo di sanitari volenterosi che avvia, a proprio rischio, lodevoli iniziative.
Così se la cosa ha successo il merito è dei politici e dei dirigenti, se invece non si ottengono i risultati sperati il colpevole si può facilmente individuare.
Tutti lo sanno, anche se fingono di non sapere!
Secondo l’ADOC di Basilicata manca la capacità di organizzare i servizi e manca la capacità di programmazione.
Secondo l’ADOC di Basilicata i casi sono due:
Ø o i politici sono degli incapaci e, quindi, si circondano di dirigenti incapaci;
Ø o, peggio, i politici vogliono distruggere la sanità lucana e, volutamente, scelgono dirigenti incapaci.
Le scuse ci sono: Manca il personale.
La verità, semplice e chiara, è che manca la capacità di programmare.
Sapere quante persone vanno in pensione o chiedono il trasferimento non è difficile e, con un po’ di programmazione, si può porre rimedio.
Manca la capacità di pianificare e di organizzare le attività ed eliminare, per esempio, le liste di attesa.
Ma no! È meglio sfasciare tutto avendo cura di trovare scuse o un capro espiatorio.
Com’è noto, per chi non vuol fare (o non è capace) è più facile trovare scuse.
Di certo questa grande incompetenza, questa mancanza di programmazione, questa incapacità organizzativa la pagano gli utenti di Basilicata.
Perciò non stupisce l’emigrazione sanitaria.
Perciò non stupisce che chi può sceglie la sanità privata.
Ovviamente, il prezzo di questo sfacelo lo paga la povera gente.
L’Adoc di Basilicata spera in un cambiamento radicale. Se i politici non sono complici di questo disastro che provino a mettere rimedio prima che sia troppo tardi.
Noi suggeriamo “una indagine indipendente” sulla qualità dei servizi offerti dalla sanità di Basilicata, l’Adoc l’ha già fatta qualche anno fa e suggerisce di rifarla e, semmai, confrontare i dati.
La sfida è lanciata a Bardi e Fanelli. Vediamo cose ne pensano gli utenti.